I materiali, le funzioni ed i rischi dei paradisi artificiali
Bruno J.R. Nicolaus, Paradisi artificiali, farmaci e droga. Ieri e oggi
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Questo post è stato ispirato dal saggio di Nicolaus, ricercatore e docente di chimica organica e farmaceutica, in cui attraverso un'analisi storica delinea le differenti funzioni che hanno avuto le droghe nel corso del tempo, arrivando ai moderni impieghi e tecnologie e trattando i rischi che ne derivano per l'intera società, ma anche i rischi ed i problemi che possono provocare al singolo utilizzatore.
Vengono anche descritti nella storia e negli effetti i diversi materiali costitutivi dei Paradisi artificiali, ovvero i diversi artifici materiali per mezzo dei quali il bisogno dell'uomo di raggiungere in qualche modo il proprio Paradiso può essere soddisfatto. Essi erano principalmente alcol, hascisc, oppio, coca e tabacco
"La droga non é frutto, invenzione o scoperta dell’era moderna. L’uso di sostanze stupefacenti era,
infatti, ben conosciuto e diffuso da tempi remoti. Sedare il dolore, migliorare l’umore, affinare la
mente, influenzare prestazioni e comportamenti, tramite sostanze, naturali o artificiali, fa parte di
una prassi vecchia quanto l’uomo, seppure spesso ristretta a pochi iniziati.
Nell’antichità, oppio, coca, alcol e tabacco erano correntemente impiegati, senza che gli aspetti
negativi, connessi alla loro assunzione, emergessero con la stessa frequenza e drammaticità dei
tempi moderni, mentre é l’odierna crescente disponibilità di droghe e la loro assunzione per via
iniettabile o inalatoria, che non ha precedenti di sorta"
"In passato, le droghe principali (oppio, coca, alcol, tabacco) erano assunte a scopi spesso rituali ed
in quantità moderate, dato che i prodotti disponibili erano grezzi, contenevano scarse quantità di
principio attivo e venivano, di norma, ingeriti (assorbimento scarso e lento).
Successivamente, si é passati all’assunzione di droghe sempre più concentrate, fino ad arrivare a
principi puri al 100% (morfina, eroina, cocaina, ecc.) Quasi contemporaneamente, é stata migliorata
la via di somministrazione, introducendo nell’uso comune due modi di somministrazione molto
rapidi ed efficaci: quell’inalatorio (fumo e spray) e quell’iniettabile (endovena, intramuscolo).
La scoperta e l’impiego di sostanze stupefacenti, presso popoli diversi ed estranei in varie parti del
mondo, conferma, come la creazione di una realtà virtuale piacevole, in contrapposizione a quella
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quotidiana, possegga radici comuni a tutti i popoli e sia radicata nel profondo di mente e cervello.
Questa tesi trova riscontro sperimentale in due recenti scoperte della ricerca neurochimica:
l’individuazione di ricettori specifici, in determinate aree cerebrali deputate ai processi di
gratificazione e la correlazione tra dipendenza e gratificazione.
Mitigare il dolore quando soffriamo, fino a ricercare dei paradisi artificiali, per sfuggire alla
sofferenza fisica e psichica, é un approccio quasi inevitabile, poiché predisposto nelle strutture
cerebrali da meccanismi biochimici e comportamentali automatizzati. I nostri comportamenti
obbediscono alle strutture del cervello, il quale si rispecchia nella biochimica e biofisica dei
neuroni, dai quali é composto.
Noi c’illudiamo di essere liberi, mentre le nostre scelte sono largamente determinate dalle
caratteristiche funzionali del cervello e la nostra mente é prigioniera di programmi biologici e di
comportamenti prestabiliti.
Ingannare se stessi con i paradisi artificiali é l’ultima e più raffinata scoperta della civiltà
mediterranea, é il frutto più prelibato della cultura dell’inganno. L’inganno e l’ingegno hanno
origini comuni e l’inganno é frutto dell’ingegno: quanto più raffinato l’ingegno, tanto più ricercato
il suo frutto. L’ingegno é stata la carta vincente dell’Homo sapiens e l’inganno, la sua arma
preferita.
Potrebbe essere, ahimè, l’ultimo frutto di una cultura destinata al tramonto, mentre il nostro vero
dilemma resta, come sfuggire a noi stessi ed ai vincoli, che la natura ci ha imposto"
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