Che cosa sono i Paradisi artificiali?

Questo blog è stato sviluppato nell'ambito del corso "Storia delle cose. Anatomia e antropologia degli oggetti" (link al blog) tenuto dal Prof. Vittorio Marchis. L'obiettivo di ogni blog richiesto per ogni studente, era quello di trovare una "cosa" esistente in natura ed analizzarne il suo corrispettivo artificiale.
Viene da chiedersi come mai abbia scelto l'unica cosa non propriamente cosa, tra le mille emulazioni artificiali del naturale; quello dei Paradisi artificiali è sicuramente un approfondimento che mi ha fin da subito intrigato, dandomi l'occasione di leggere numerosi testi ed articoli, scovare capolavori dell'arte e permettendo alla mia immaginazione di vagare alla ricerca di argomenti apparentemente senza connessioni tra loro (come nel post "Le scienze dei Paradisi artificiali", che vedremo in seguito).

Il "libro guida" che mi ha accompagnato durante questo viaggio, al pari della "Bradshaw's Continental Railway Guide" per il viaggiatore del 1913 (ma fondamentale, nelle edizioni precedenti, anche per il Conte Vlad nel Dracula di Bram Stoker o per Phileas Fogg nel suo giro del mondo), è stato "Paradisi artificiali" di C. Baudelaire (link).
Non ho voluto riferirmi al solo mondo delle droghe, di cui peraltro ho riassunto in un post dedicato ai materiali, alle funzioni ed ai rischi (link), se non di quelle analizzate da Baudelaire (oppio e hascisc), perchè questo tema che ho scelto, questa "cosa artificiale", ha un così forte carattere metafisico, che ridurla ad un mero elenco, o catalogo, di principi attivi stimolanti per il cervello mi è sembrato ingiurioso.
E' così che mi sono inoltrato nell'esplorazione di questo tema così affascinante provando inizialmente a dare una chiara connotazione della "cosa" trattata, il cui principale problema è quello di non essere concreta e tangibile. Come ricercare l'artificiale in una cosa che forse non deriva da nulla di reale o naturale?

Nel post "Introduzione ai Paradisi artificiali" (link), un excursus attraverso vari autori, opere, pensieri e congetture, vengono richiamate alla memoria, citate e contestualizzate diverse opere di filosofi  e scrittori, già lette in precedenza - ma anche di nuove - ad esempio del poeta, letterato e storico Arturo Graf - che hanno avuto modo di "aiutarmi" nell'abbozzare delle prime linee guida utili alle mie successive ricerche.
Una sintesi riassuntiva di tutti i concetti e parole emersi da questa prolissa introduzione, interrelati e intrecciati tra di loro, può essere sicuramente la mappa concettuale (link), come anche l'abbecedario (link), a cui per ogni lettera dell'alfabeto, viene fatta corrispondere una parola che richiama in qualche modo alla mente il tema dei Paradisi artificiali.
Il glossario trilingue, composto dalle parole che più ho ritenuto significative dei concetti fondamentali sul tema (link), può essere utile per far comprendere che la corrispondenza etimologica non sempre è univoca tra nomi e cose tra le varie lingue, così come emerge anche dalla traduzione stessa di "Paradisi artificiali", declinata in varie lingue (link).

Nel racconto attraverso il mito, ho citato due stupendi dipinti: il primo, di Hieronymus Bosch, The garden of the earthly delight (link), una sontuosa e magnifica rappresentazione del Paradiso perduto e di varie scene bibliche, e il secondo, di Athanasius Kircher (link), una panoramica completa dei primi avvenimenti che hanno segnato la sorte dell'umanità. Pur essendo l'opera di Kircher successiva di più di un secolo (1675), è interessante notare come sia legata ad una visione dettata dalla rigorosa lettura delle Sacre Scritture infarcita di varie figure mitologiche e di come la pianta quadrata del giardino biblico sia un chiaro richiamo alla Gerusalemme descritta nell'Apocalisse. Il giardino delle delizie di Bosch, rappresentato nel pannello centrale del trittico, pur rappresentando numerose scene bibliche, è una visione innovativa, ricca di simboli e storie e creature fantastiche che sembrano fondersi con quelle naturali.
Questo ci fa capire come l'arte sia veicolo dell'interpretazione che si da al mondo, di come l'arte sia il mezzo per esprimere anche visioni non convenzionali, o come direbbe Baudelaire, più vicine al mondo dell'inconoscibile.

Questo viaggio nell'arte alla ricerca dei Paradisi artificiali è passato necessariamente anche attraverso la musica dei Cream (link 1 - link 2), dei The Doors (link), di Jimi Hendrix (link) e dei Beatles (link), attraverso il cinema, nella cultura psichedelica con il film Hair (link) e con il film animato Yellow Submarine dei Beatles (link) e nel mondo dei sogni - capace secondo Baudelaire di essere una porta verso l'infinito - con il film Inception (link). Sono tutti esempi di come l'arte sia uno strumento per cristallizzare le visioni derivate dall'uso di sostanze stupefacenti, di come l'arte sia in grado di riportare nel concreto le infinite realtà vissute dall'anima distaccata dal proprio corpo.

Non solo le arti: questo viaggio ha attraversato luoghi fisici, come il Taj Mahal (link), o narrati nelle opere di Baudelaire e di De Quincey (link) ed anche attraverso i luoghi di produzione di questi Paradisi (link), in questo caso dell'oppio prodotto in India ed esportato poi in tutto il mondo. Da qui l'approfondimento sugli utilizzatori di questi artifici (link), così potenti negli effetti, un così facile accesso al Paradiso, da averne avvelenato l'intera società.

Riprendendo la domanda posta nel titolo, che cosa sono i Paradisi artificiali?
Stando a Baudelaire, la poesia è il solo mezzo che permette all'uomo di elevarsi verso l'infinito, stando a quanto scrive Poe, nel suo saggio "Filosofia della composizione", in cui vi ho ritrovato anche le scienze dei Paradisi artificiali (link), l'arte poetica viene certamente ridimensionata alla ricerca meticolosa e metodologica del giusto flusso di parole che scorrendo sul foglio, devono suscitare nel lettore gli effetti voluti dal poeta.
Seguendo lo spunto dato da Baudelaire, rifuggendo un po' dall'asetticità del pensiero di Poe - probabilmente non del tutto veritiero, ma è d'altronde un saggio che colpisce il lettore descrivendo proprio come colpirlo, affascinarlo (semplicemente fantastico) - estenderei la poesia a tutte le arti, e cioè di come l'arte e le arti possono essere le chiavi per aprire le porte del Paradiso: anche il pittore è in grado di tradurre i geroglifici del mondo e cogliere le sottili e misteriose corrispondenze della natura, così come anche un musicista o un regista esprimono a loro volta ciò che colgono dal mondo visto con le lenti dell'arte rendendo concreta la loro visione, che sia un quadro, un film, una canzone o una poesia.

Stefano Simeone

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